Glock Gen5 oggi il lancio della quinta generazione di pistole della famosa casa Austriaca
Scritto da Marco S. Di PietraE' atteso per oggi 30/08/2017 il lancio sul mercato della quinta generazione di pistole della Austriaca Glock.
Alle ore 12:00 sul sito ufficiale della Glock, non era stato ancora pubblicato alcun aggiornamento:
Adesso ore 18:30 sono invece disponibili le caratteristiche e le immagini ufficiali della nuova generazione: GLOCK GEN5
Sono disponibili al momento i modelli G17 Gen5 e G19 Gen5
Molte le novità ed i cambiamenti, attendo i primi stress test che certamente verranno effettuati in giro per il mondo nei prossimi giorni e soprattutto spero di poter provare a breve una delle nuove GEN5.
Stay tuned!
Terza Gara Federale Regionale - Prove di qualificazione ISSF
Scritto da Marco S. Di PietraSi è conclusa oggi, presso il TSN di Catania, la terza Gara Federale Regionale, ultima di quatto giornate di gara (06/05/2017 - 07/05/2017; 13/05/2017 - 14/05/2017).
Tiratori provenienti da tutte le parti della Sicilia hano partecipato all'evento.
Il gruppo di tiratori del TSN di Caltanissetta, del quale faccio parte, ha partecipato alle gare nelle specialità C10, CLT, CL 3P, P10, Pistola Standard e Pistola Libera (qualcuno anche provvisto di occhiali da sole, visto il fastidioso riverbero al suolo ed il meraviglioso sole catanese).
Un ringraziamento particolare va alla direzione di tiro, sempre gentili e sorridenti.
Di seguito qualche scatto, complimenti a tutti i tiratori siciliani ed Italiani, dopo la bella giornata di sport pensiamo già alla prossima Gara, ci rivedremo a Giugno!
Mario Tozzi ed il crollo del cavalcavia sulla A14 "Tondini lisci e sabbia di mare così in Italia cedono i ponti moderni"
Scritto da Marco S. Di PietraMa cosa scrive Mario Tozzi?
Stimo molto Mario Tozzi come Divulgatore Scientifico e Geologo, oggi però leggo un articolo a sua firma su La Stampa "Tondini al risparmio e sabbia di mare: così cede il nostro cemento armato", l'articolo è stato ripreso ed amplificato da altre testate giornalistiche ed importanti blog come ad esempio l'Huffington Post.
Il titolo suscita presto l'attenzione del lettore, è necessario però, a mio modestissimo parere, rettificare alcune frasi che rischiano di distorcere la realtà, ed in particolare:
"Per esempio la volontà di risparmiare tempo e denaro, riducendo la sezione dei tondini di ferro, imponendoli lisci invece che «costati»."
Quindi posso utilizzare "tondini lisci" nelle nuove costruzioni?
Il lettore medio, intendendo per "medio" un qualsiasi utente che non mastichi ingegneria civile, è portato a pensare che oggi 25 Marzo 2017 in Italia è possibile scegliere se impiegare nella struttura in calcestruzzo armato "tondini lisci" o "tondini costati".
Il caro lettore medio, inoltre potrebbe pensare che è possibile, da parte di un personaggio non meglio specificato, imporre l'utilizzo di "tondini lisci" anzichè "costati".
La realtà dei fatti è ben diversa da quella descritta, lo sa bene qualsiasi tecnico del settore, i tondini lisci ampiamente usati fino agli anni 65 - 70 e tecnicamente noti come barre lisce, non vengono più utilizzati da decenni nelle costruzioni in calcestruzzo armato.
I tondini che il Dr. Tozzi chiama "costati", credo per ragioni legate alla fruibilità dell'articolo al nostro caro utente medio, sono tecnicamente noti come barre ad aderenza migliorata, le uniche barre attualmente impiegate nelle costruzioni in calcestruzzo armato.
E' quindi possibile trovare barre lisce in vecchie strutture, non certamente nelle nuove.
L'utilizzo delle barre lisce è stato abolito, così infatti recitano le "Norme Tecniche per le Costruzioni" D.M. 14 Gennaio 2008:
- Cap. 11 | Materiali e prodotti per uso strutturale
11.3.2 | Acciaio per cemento armato
11.3.2.4 | Caratteristiche dimensionali e di impiego:
"Tutti gli acciai per cemento armato devono essere ad aderenza migliorata, aventi cioè una superficie dotata di nervature o indentature trasversali, uniformemente distribuite sull’intera lunghezza, atte ad aumentarne l’aderenza al conglomerato cementizio."
La sezione delle barre di armatura è discrezionale?
Quanto alla sezione delle barre, preciso che essa scaturisce dalla progettazione dell'opera, attività ampiamente normata.
Certamente nel paragrafo Tozzi non intendeva far passare il concetto che il diametro sia un parametro totalmente discrezionale.
Ma è bene precisare che per il progettista non è possibile ridurre la sezione delle barre discrezionalmente oltre il "minimo" consentito dalla normativa tecnica, sono lasciati margini di discrezionalità quando la scelta va a vantaggio di sicurezza. Nella realizzazione dell'opera poi tutto potrebbe accadere, ma difficilmente si va incontro all'ipotesi dell'impiego di barre con diametro inferiore a quello di progetto.
Un mio pensiero
L'Italia è il paese dei furbetti, questo lo sappiamo, spesso esistono difformità, di vario tipo e genere, tra il progetto esecutivo di un'opera ed il manufatto realizzato, questo però non ci autorizza ad instillare nell'opinione pubblica idee fondate su notizie scorrette.
Le notizie scorrette possono avere due basi:
- Buona fede - A causa di una scarsa conoscenza della materia
- Mala fede - Notizie artificiosamente costruite con la volontà di indirizzare il pensiero del lettore, quindi l'opinione pubblica
Sempre secondo il mio parere in questo caso Mario Tozzi, agisce secondo buona fede in quanto non è certamente un tecnico delle costruzioni, bensì uno scienziato specializzato in una disciplina attigua, la geologia.
Rimane comunque invariata la stima che ho nei suoi confronti.
Legittima difesa e armi da fuoco: il ruolo dei poligoni di addestramento al tiro
Scritto da Marco S. Di PietraQuesta mattina, durante il mio servizio presso il poligono di Caltanissetta, si presenta un giovane accompagnato dalla moglie e dal figlioletto.
Aveva necessità del certificato di idoneità al maneggio delle armi per richiedere una licenza di porto d'armi. Il giovane era molto attento alla lezione e poneva parecchie domande...Che calibro utilizzeremo? Ma sono "proiettili" veri questi? E' meglio un revolver o una semiautomatica? La pistola in uso alle forze dell'ordine è una buona pistola? Di che marca è questa pistola?...riferendosi alla pistola con cui stava per iniziare a sparare i primi colpi della sua vita.
Poi mi chiede consigli sul tipo di arma da acquistare, vorrebbe possedere un arma al "top" di gamma, che non dovrà inceppare mai.
Spiego che qualsiasi arma per quanto ben progettata e realizzata, purtroppo, è soggetta ad un'eventuale malfunzionamento, e che è possibile ridurre al minimo questo tipo di evento scegliendo un'arma di ottima fattura ed una buona munizione.
Notando l'attenzione e la raffica di domande poste, chiedo: "Per quale motivo necessita del porto d'armi?"
Lui risponde: "Due giorni fa ho subito un tentativo di furto in casa durante la notte. Mentre dormivamo, ci siamo svegliati e abbiamo scoperto una banda di ladri in casa, probabilmente provenienti dell'Est Europa, uno di essi è pure entrato in contatto fisico con noi."
Vedo il terrore nei suoi occhi e mi racconta che rivive quei momenti ininterrottamente da due giorni.
Vuole quindi acquistare un'arma per sentirsi più sicuro.
Finita la lezione e dopo aver superato con successo la prova pratica, mi dice che ci rivedremo nelle prossime settimane.
Bene, qui nascono le mie riflessioni, abbiamo due possibilità:
- il giovane ottiene la licenza di porto d'armi e non si fa più vivo in poligono
- il giovane ottiene la licenza di porto d'armi ed inizia a frequentare assiduamente il poligono
Nel caso in esame quasi certamente, il giovane è intenzionato ad imparare, anche grazie al forte shock subito pochi giorni fa, per cui continuerà a frequentare il poligono nelle prossime settimane prima di acquistare un'arma personale.
E' questa la scelta migliore, infatti tenere un'arma da fuoco in casa e non avere la giusta padronanza nel maneggio può diventare pericoloso per se stessi e per i propri familiari.
A giudicare dalle ultime vicende giudiziarie, in cui onesti cittadini sono stati più e più volte indagati per eccesso di legittima difesa, occorre tenere sempre ben presente in mente che l'uso dell'arma per difendersi deve davvero rappresentare l'ultima chance possibile.
La prima possibilità è invece quella più probabile in molte altre situazioni, si ottiene la licenza di porto d'armi e non si frequenta più nessun poligono pubblico o privato. In questa condizione, il titolare della licenza, rappresenta un pericolo per se e per i suoi familiari in caso di malaugurato utilizzo dell'arma regolarmente detenuta.
Una sola lezione infatti non può mai trasferire in modo permanente l'insieme di conoscenze e le abilità pratiche necessarie per utilizzare in sicurezza un'arma in condizione di stress elevato.
Se possedete una o più armi, frequentate i poligoni di tiro, anche una volta ogni trimestre, capirete che c'è sempre qualcosa da imparare.
Polvere da sparo: dalla polvere nera ai moderni propellenti per le armi da fuoco portatili
Scritto da Marco S. Di PietraAll'interno del bossolo di una cartuccia, tra gli altri componenti, trova dimora il propellente, meglio noto come polvere da sparo.
E' lui il vero responsabile dell'accelerazione del proiettile, è lui che in fase di combustione genera i gas che fanno aumentare in pochi millisecondi la pressione in camera di scoppio.
Indubbiamente è il componente che influenza maggiormente le prestazioni di una munizione. Infatti, a parità di calibro, di forma / peso del proiettile e di peso del propellente, l'utilizzo di un tipo di polvere piuttosto che un'altra genera forti variazioni di velocità alla bocca e quindi forti variazioni di energia cinetica posseduta dal proietto.
La conoscenza delle caratteristiche del propellente è una delle nozioni fondamentali che dovrebbe possedere chi si accinge a ricaricare munizioni.
Un errore sul peso e sulla scelta del tipo di propellente infatti può avere effetti catastrofici sull'arma e di conseguenza sul tiratore.
Non tanto raramente in poligono assisto a problemi legati ad una errata ricarica delle munizioni, qualche settimana fa, ad esempio ho assistito al blocco del tamburo di un revolver a causa di una cartuccia ricaricata "particolarmente rumorosa".
Cenni storici sull'evoluzione delle polveri da sparo: la Polvere Nera
Per circa 1000 anni, fu il propellente utilizzato nelle armi da fuoco.
Costituta da una miscela di Nitrato di Potassio (75%), Carbone (15%) e Zolfo (10%), le percentuali dei componenti sono comunque variabili in base alle caratteristiche ricercate.
La polvere nera creava parecchi problemi in ambito militare in quanto generava grandi quantità di fumi che limitavano la visibilità dei bersagli.
Inoltre una rilevante percentuale del peso della carica, circa il 55%, veniva convertita in fecce e residui di sparo corrosivi per l'acciaio delle canne (es: Solfuro di potassio).
Era quindi di fondamentale importanza la pulizia dell'arma dopo l'utilizzo.
E' oggi reperibile in commercio in 4 granulometrie differenti: FFFFg, FFFg, FFg, Fg.
Dalla finissima FFFFg alla polvere con granuli di dimensioni maggiori Fg, viene oggi impiegata nelle armi ad avancarica e nella produzione di fuochi di artificio.
La nascita delle moderne Polveri Senza Fumo
Intorno alla seconda metà dell'800 inizia la ricerca che porterà alla nascita dei moderni propellenti.
Nel 1845, Christian Friedrich Schönbein, scopre la Nitrocellulosa, un composto chimico infiammabile/esplosivo simile all'ovatta.
Nel 1847, Ascanio Sobrero, un chimico e medico Italiano, sintetizza la Nitroglicerina, un esplosivo liquido oleoso (incolore o giallo) fortemente instabile.
Nel 1884, Paul Marie Eugène Vieille, un chimico Francese inventa la prima polvere infume e la chiama "Poudre Blanche" meglio conosciuta come Poudre B. Essa era circa 3 volte più potente della polvere nera e produceva ridotte quantità di fumo. La nuova polvere aveva però un problema, tendeva a diventare instabile nel tempo.
Nel 1887, Alfred Nobel, brevettò la "Balistite", una nuova polvere infume prodotta a partire da Nitrocellulosa e Nitroglicerina.
Nel 1889, Frederick Augustus Abel e James Dewar, due chimici Britannici, brevettano la "Cord Powder" nota come "Cordite" in quanto prodotta sotto forma di fili o cordicelle. La cordite era stata prodotta modificando opportunamente la balistite di Nobel, essa era infatti composta da Nitrocellulosa, Nitroglicerina e oli minerali.
Nascono quindi le polveri senza fumo che soppiantano la millenaria polvere nera.
Le armi subiscono modifiche strutturali per sparare le nuove e più potenti munizioni.
Formulazione chimica dei moderni propellenti
Possiamo distinguere polveri a singola, doppia o tripla base, in particolare definiamo:
- Polveri a Singola Base: tutte le polveri composte principalmente da Nitrocellulosa.
- Polveri a Doppia Base: tutte le polveri composte da Nitrocellulosa e Nitroglicerina.
- Polveri a Tripla Base: tutte le polveri composte da Nitrocellulosa, Nitroglicerina e Nitroguanidina.
Quest'ultimo propellente ha ridotto il flash e la temperatura di combustione senza sacrificare le pressioni sviluppate. Il suo utilizzo è prevalente in campo militare per munizioni di artiglieria.
Velocità di combustione dei propellenti
La velocità di combustione del propellente e quindi la completa trasformazione in gas, permette di distinguere le polveri in:
- Polveri a rapida combustione o Vivaci
- Polveri a lenta combustione o Progressive
Le polveri vivaci bruciano in tempi ristretti producendo solitamente pressioni di picco elevate nelle immediate vicinanze della culatta della canna, sono comunemente impiegate nei piccoli calibri.
Le polveri progressive bruciano più lentamente nel tempo rispetto alle vivaci producendo picchi di pressione meno pronunciati, il punto di massima pressione è inoltre distante dalla culatta. Sono indicate nei calibri magnum e richiedono solitamente canne lunghe affinchè la combustione avvenga in modo completo all'interno dell'arma.
Nel diagramma qualitativo qui sopra riportato, la curva A è quella prodotta dalla polvere più veloce, mentre la curva C è quella prodotta dalla polvere più lenta.
A parità di composizione chimica una polvere può bruciare più o meno velocemente in ragione di diversi fattori, principalmente forma e dimensione delle particelle che la compongono.
La variazione della forma della particella influenza l'estensione della superficie e quindi anche la velocità di combustione della polvere.
Particelle più piccole forniscono maggiore velocità di combustione.
Ad esempio, la ragione per cui esistono 4 differenti granulometrie della polvere nera è legata esattamente alla velocità di combustione, la FFFFg ha granuli molto sottili ed è quindi una polvere vivace, la Fg ha granuli grossi ed è quindi una polvere progressiva.
E' inoltre da sottolineare che è possibile variare la velocità di combustione utilizzando sostanze flemmatizzanti, gelatinizzanti e raffreddanti.
Caratteristiche geometriche delle particelle
In commercio esistono polveri composte da particelle di varia forma:
- Polveri granulari
- Polveri lamellari
- Polveri discoidali
- Polveri cilindriche
- Polveri tubolari
- Polveri sferiche / sferiche appiattite
Esistono inoltre propellenti per artiglieria composti da elementi di forma stellare, a strisce oppure cilindrica multiforata.
Volendo citare qualche polvere:
- Nobel Sport GM3 (granulare)
- Nobel Sport SIPE N (lamellare)
- Nobel Sport 206 SV (discoidale)
- Vihtavuori N340 (cilindrica)
- Accurate 2495 (tubolare)
- Winchester 296 (sferica appiattita)
- Hodgdon H380 (sferica)
Bene, adesso conosci qualcosa in più sulle polveri...e tu che polvere utilizzi per la ricarica delle tue munizioni?
- polvere da sparo
- polvere nera
- armi da fuoco
- propellenti per armi da fuoco
- polvere singola base
- polvere doppia base
- nitrocellulosa
- nitroglicerina
- polvere tripla base
- gm3
- sipe
- vectan
- polvere lamellare
- granulare
- ball powder
- polvere progressiva
- polvere vivace
- nitroguanidina
- ricarica munizioni
- esplosivi
- polvere senza fumo
- poudre b
- poudre blanche
- balistite
- cordite
I poligoni di tiro non sono tutti uguali, i frequentatori di queste strutture lo sanno bene, spesso infatti chiedono alla direzione se è possibile sparare con un calibro piuttosto che con un altro.
Cos'è un Poligono di tiro?
E' un'infrastruttura opportunamente organizzata per l'addestramento e l'esercitazione al tiro con armi da fuoco, in condizioni di sicurezza, comprendente zona servizi e impianto di tiro.
Ma allora come si classificano i poligoni di tiro?
Possiamo distinguere due tipologie di poligoni:
- Aperti
- Chiusi
Tra i poligoni chiusi, possiamo inoltre distinguere, due sotto tipologie:
- Poligoni Chiusi a cielo aperto
- Poligoni Chiusi a cielo chiuso o in galleria
Volendo fare qualche esempio, i campi per il "tiro dinamico" possono essere inquadrati tra i poligoni aperti, i poligoni del Tiro a Segno Nazionale invece possono essere inquadrati tra i poligoni chiusi a cielo aperto oppure tra quelli in galleria.
Escludendo fin da ora i poligoni "Privati", nel seguito tratterò solo ed esclusivamente dei poligoni di tiro dell'Unione Italiana Tiro a Segno (Ente Pubblico).
In Italia, è il Genio Militare ad emanare le direttive tecniche da rispettare per ottenere l'agibilità al tiro della struttura.
Riassumendo fortemente, le direttive tecniche hanno come fine ultimo il mantenimento delle condizioni di sicurezza, durante lo svolgimento delle attività di allenamento/addestramento, sia all'interno della struttura sia all'esterno.
Arriviamo finalmente alla questione del calibro, quella che interessa maggiormente ai fruitori degli impianti di tiro.
Il Genio Militare classifica i poligoni in ragione degli armamenti che possono essere utilizzati al suo interno, e quindi in ragione dell'energia cinetica che possiede il proiettile all'uscita della volata della canna.
Ad esempio, nel caso di poligoni chiusi a cielo aperto (la maggior parte dei poligoni dell'UITS), la direttiva tecnica D.T./P2 (2006) individua 3 Categorie di armi:
- 1^ Categoria
• tutte le armi che, unitamente al munizionamento impiegato, sviluppano un’energia cinetica iniziale fino a 254,904 J;
• armi ad avancarica;
• armi che unitamente al munizionamento impiegato, sviluppano un’energia cinetica iniziale fino a 617,652 J a condizione che vengano utilizzate esclusivamente pallottole in piombo non incamiciate.
- 2^ Categoria
armi che, unitamente al munizionamento impiegato, sviluppano un’energia cinetica iniziale da 264,708 J a 617,652 J ; tra queste, le attuali più significative sono le seguenti:
• calibro 7,65 mm Parabellum;
• calibro 7,63 mm Mauser;
• calibro 9 mm Corto;
• calibro 9 mm Glisenti;
• calibro 9 mm Parabellum;
• calibro 10,35 mm Ordin Ital.;
• calibro 0,38” Special Wad-C;
• calibro 0,45” Auto;
• calibro 7,62 mm Pall. Plast.;
• calibro 0,32 SSWL-WAD-C.
- 3^ Categoria
armi che, unitamente al munizionamento impiegato, sviluppano un’energia cinetica iniziale da 627,456 J a 3.931,600 J; tra queste, le attuali più significative sono le seguenti:
• calibro 7,62 mm (Carabina Winchester);
• calibro 0,357” Magnum;
• calibro 5,56 mm M 193 (SS92);
• calibro 5,56 mm SS 109;
• calibro 7,62 mm NATO;
• calibro 7,62 mm Pall. Corta g.;
• calibro 0,44”mm Magnum.
Un impianto di tiro abilitato per l'utilizzo delle armi di 3^ Categoria ovviamente risponde a standard prestazionali più elevati rispetto ad un impianto di tiro abilitato per la seconda o prima categoria.
A questo punto però è facile confondere lo standard prestazionale con la sicurezza, deve essere chiaro che gli standard di sicurezza sono i medesimi per tutte le categorie di impianto.
Per cui un impianto di "3^ Categoria" non è più sicuro rispetto ad un impianto di "1^ Categoria", è semplicemente in grado di "gestire" proiettili dotati di maggiore energia cinetica, quindi calibri e munizioni più potenti.
Per quanto attiene ai poligoni in galleria, le categorie stabilite dalla D.T./P1 (2005) sono le seguenti:
- 1^ Categoria armi che unitamente al munizionamento impiegato, sviluppano una energia cinetica iniziale fino a 80kgm (chilogrammetri)
- 2^ Categoria armi che unitamente al munizionamento impiegato, sviluppano una energia cinetica iniziale da 80 kgm a 130kgm
- 3^ Categoria armi che unitamente al munizionamento impiegato, sviluppano una energia cinetica iniziale da 130kgm a 350 kgm
Le direttive, forniscono i valori dell'energia cinetica in due differenti unità di misura, rispettivamente Joule e chilogrammetri, per chi non avesse dimestichezza con il passaggio dal sistema internazionale (S.I.) al sistema tecnico (S.T.) e viceversa di seguito ho riassunto in un'unica tabella le varie soglie di energia in entrambi i sistemi.
Categoria | Poligono Chiuso a Cielo Aperto | Poligono Chiuso a Cielo Chiuso | |||||||
S.I. (Joule) | S.T. (kgm) | S.I. (Joule) | S.T. (kgm) | ||||||
da | a | da | a | da | a | da | a | ||
1^ Categoria | anche con pallottola blindata | 0,00 | 254,904 | 0,00 | 25,984 | 0,00 | 784,800 | 0,00 | 80,00 |
con pallottola di piombo non blindata | 0,00 | 617,652 | 0,00 | 62,961 | - | - | - | - | |
2^ Categoria | 264,708 | 617,652 | 26,983 | 62,961 | 784,800 | 1.275,300 | 80,00 | 130,00 | |
3^ Categoria | 627,456 | 3.931,600 | 63,961 | 400,775 | 1.275,300 | 3.433,500 | 130,00 | 350,00 |
Che tipo di munizionamento è possibile utilizzare all'interno del poligono di tiro?
All'interno dei poligoni dell'UITS è possibile utilizzare solo ed esclusivamente
- cartucce a pallottola ordinaria (blindata);
- cartucce con pallottole di piombo non blindate;
- cartucce da esercitazione con pallottole di plastica, gomma, cera o di materiali facilmente frangibili.
L'utilizzo del proiettile blindato è consentito o meno in ragione dell'energia cinetica alla volata posseduta dal proiettile ed alla categoria di abilitazione dell'impianto di tiro.
Nei poligoni in galleria, l'utilizzo dei proiettili di piombo non blindati, è consentito solo dove è installato un parapalle ad assorbimento e comunque secondo le valutazioni della commissione per l'agibilità. All'interno di tali poligoni (galleria) è infine ammesso l'impiego di pallottole in acciaio qualora il parapalle sia ad assorbimento.
Bene, adesso hai le idee più chiare, quindi la tua Sezione di Tiro a Segno Nazionale per quali categorie è abilitata?
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L'innesco delle cartucce da pistola e fucile
Scritto da Marco S. Di PietraL'innesco è il responsabile, come dice lo stesso nome, dell'inizio della reazione di combustione che produrrà i gas necessari ad accelerare il proiettile all'interno della canna.
Esso quindi è attivo al principio dello sparo, e cessa la sua azione dopo pochi istanti. Nel frattempo la polvere contenuta all'interno del corpo bossolo sarà stata incendiata ed avrà iniziato a sviluppare i gas di combustione.
E' un componente fondamentale che generalmente va accoppiato al tipo di propellente utilizzato.
Sistemi di innesco: dalla miccia passando per la pietra focaia, alle moderne capsule di innesco
I primi sistemi utilizzavano una miccia per incendiare la polvere da sparo contenuta all'interno dello "Schioppo", la prima arma da fuoco della storia nata in Cina probabilmente anteriormente al 1300.
Di fatto un cannoncino portatile poco preciso che sparava proiettili di ferro da circa 25g. L'evoluzione porterà nella seconda metà del 1400 alla nascita dell'Archibugio, una nuova arma da fuoco che utilizzava sia il sistema a miccia sia il nuovo sistema a ruota. Si passò poi al meccanismo con pietra focaia che risultava più economico da produrre rispetto al sistema a ruota ed infine ai moderni inneschi a capsula dopo la scoperta delle miscele esplosive sensibili agli urti (fulminato di mercurio e successive).
Tipologie di innesco contemporanee
Esistono due tipi di innesco a capsula: il Boxer ed il Berdan.
- Innesco Berdan
Hiram Berdan, un ingegnere ed ufficiale militare Americano, brevetta il suo innesco nel 1866. Il Colonnello Berdan, progettò un innesco composto da una capsula, da una miscela esplosiva sensibile agli urti e da uno strato protettivo. Nel bossolo, all'interno della sede dell'innesco è presente l'incudinetta che ha la funzione di contrastare l'urto del percussore permettendo quindi l'accensione della mistura esplosiva.
I fori di vampa che si trovano nel bossolo sono multipli e di piccole dimensioni. Il grande limite di questo sistema è rappresentato dalla conformazione di tali fori, essi infatti non permettono un'agevole sostituzione della capsula spenta con una nuova.
- Innesco Boxer
Sempre nel 1866 Edward Mounier Boxer, un colonnello Inglese della Royal Artillery, brevetta il suo innesco.
Ad oggi il più diffuso in assoluto, ha di fatto soppiantato il Berdan. L'innesco del Colonnello, incorpora l'incudinetta nella capsula, permettendo l'utilizzo di un unico grande foro di vampa centrale che consente una semplice rimozione e sostituzione dell'innesco spento.
Dimensione degli inneschi
Esistono varie dimensioni standard in commercio:
Nome | Dimensioni | Utilizzo |
---|---|---|
Small Pistol | 4.45mm (0.175") | per cartucce da pistola |
Small Rifle | 4.45mm (0.175") | per cartucce da fucile, con capsula metallica più spessa idonea a sopportare pressioni maggiori e l'impatto di un percussore di fucile |
Large Pistol | 5.33mm (0.210") | per cartucce da pistola |
Large Rifle | 5.33mm (0.210") | per cartucce da fucile |
Inneschi per cartucce per canna liscia | 5.31mm (0.209") | per cartucce da impiegare su fucili a canna liscia |
Inneschi per Cal. 50 BMG | 8.00mm (0.315") | per fucili in Cal. 50 BMG |
Potenza dell'innesco: Standard e Magnum
La carica primaria contenuta all'interno dell'innesco, a parità di dimensioni esterne, può essere minore o maggiore, distinguiamo quindi versioni Standard e versioni Magnum. La dimensione della vampa generata da un innesco magnum è maggiore rispetto a quella generata da un innesco standard.
Utilizziamo inneschi che riescono a produrre una grande vampa (Magnum) con polveri progressive (combustione lenta) e difficili da accendere in cartucce ad alta potenza, viceversa utilizziamo inneschi che producono una vampa normale (Standard) con polveri poco progressive (rapida combustione) e facilmente incendiabili in cartucce di potenza standard. Esistono comunque eccezioni a questa regola generale, è il caso ad esempio del caricamento di cartucce per canna liscia a bassa grammatura con polveri vivaci che potrebbero richiedere inneschi magnum oppure di cartucce ad alta grammatura con poveri progressive che potrebbero richiedere inneschi di bassa potenza.
Per finire, di seguito alcuni esempi di inneschi utilizzati nelle cartucce dei calibri più comuni:
Calibro | Tipo di innesco |
9x21 | small pistol standard |
38 Special | small pistol standard |
357 magnum | small pistol magnum |
44 magnum | large pistol magnum |
45 HP | large pistol standard |
223 Remington | small rifle standard |
308 Winchester | large rifle standard |
7mm Remington Magnum | large rifle magnum |
So well, non sbagliare innesco alla prossima ricarica!
Il bossolo metallico, uno dei componenti fondamentali delle moderne cartucce per armi da fuoco
Scritto da Marco S. Di PietraAlcuni cenni storici
Prima dell'avvento dei modermi bossoli metallici, quelli che tuttora utilizziamo nelle nostre armi, il bossolo era di carta.
I primi esempi di bossolo metallico sono nati nella prima metà dell'800, in particolare nascono nel 1836 le prime cartucce a spillo "pinfire" del francese Casimir Lefaucheaux.
Louis Nicolas Auguste Flobert che in Francia, intorno al 1845 progetta la prima cartuccia a percussione anulare in cui il fulminato agisce sia da innesco che da propellente, o ancora il bossolo (e quindi la cartuccia) del 22 Short, sviluppato nel 1857 per il primo revolver Smith & Wesson il "Model 1".
Gli ultimi due esempi si riferiscono a bossoli di tipo "rimfire" o "a percussione anulare", i primi esempi di bossolo metallico per cartucce "a percussione centrale" o "centerfire" vengono introdotti nella seconda metà dell'800, ricordiamo il 50-70 Government nato nel 1866 oppure il suo famoso successore il 45-70 Government del 1873.
A cosa serve il bossolo?
E' la sede dell'innesco, contiene il propellente (polvere da sparo) ed il proiettile, è quindi l'elemento di connessione tra tutti gli altri componenti della cartuccia finita.
In generale possiamo distinguere:
Bocca (mouth): la sede destinata ad accogliere il proiettile
Colletto (neck): la parte destinata a bloccare il proiettile all'interno del bossolo
Spalla (shoulder): la parte che connette colletto e corpo del bossolo (non sempre presente)
Corpo (body): la parte destinata ad accogliere la polvere da sparo
Collarino (rim): è la parte destinata ad accogliere l'estrattore dell'arma
Fondello (case head): è la parte terminale del bossolo, su di esso troviamo incise informazioni di vario genere come: calibro, fabbricante, anno di fabbricazione, ecc. Sul fondello è inoltre presente, nei bossoli a percussione centrale, la sede per l'innesco. La sede è in comunicazione con la parte interna del bossolo attraverso il foro di vampa.
Le sedi per l'innesco nei bossoli contemporanei sono di due tipi: Boxer o Berdan.
Nel tipo "Boxer" il foro di vampa è unico e centrale, nel tipo "Berdan" invece i fori di vampa sono anche multipli (1, 2 o 3) ed in posizione decentrata.
Il tipo Boxer è oggi il più diffuso, molto raramente si incontrano cartucce che utilizzano inneschi Berdan.
Classificazione dei bossoli in base al collarino
Possiamo distinguere 5 tipologie differenti di collarino:
Rimmed o flangiato: in ordine cronologico è il primo tipo di collarino sviluppato, il fondello sporge rispetto al corpo del bossolo. L'estrattore fa presa direttamente sulla parte di fondello sporgente. Tra i calibri più noti che utilizzano questo tipo di collarino ricordiamo, il 30-30 Winchester, il 45-70 Government, il 45 Long Colt, il 38 Special, il 44 Magnum.
Semi-rimmed o semi flangiato: il diametro del fondello è leggermente superiore rispetto al corpo, in misura inferiore rispetto ai rimmed, ed presente una scanalatura per l'estrattore. Esempi tipici sono: il 25 ACP, il 32 ACP (7.65 Browning), il 38 Super Auto, il 444 Marlin.
Rimless: in questo tipo di bossolo il collarino ha lo stesso diametro del corpo ed è presente una scanalatura per l'estrattore. Esempi tipici sono: il 9mm Parabellum, il 9x21 mm, il 40 S&W, il 45 ACP, il 30-06 Springfield, il 308 Winchester, il 223 Remington.
Rebated rimless o ribassato: il fondello ha diametro minore rispetto al corpo del corpo. Esempio classico è il 41 Action Express.
Belted o Cinturato: presenta una fasciatura (cintura) nella parte appena sopra la scanalatura per l'estrattore.
Perchè tutti questi tipi di collarino?
Come in molti altri casi, il moltiplicarsi delle tipologie è frutto della ricerca e dell'evoluzione. Con i Rimmed, facili da costruire, si sono presentati alcuni problemi di alimentazione nelle armi semiautomatiche. Il collarino sporgente è causa di problemi nei caricatori o nei serbatoi di carabine bolt action.
Si è cercata una soluzione a tale problema, nascono quindi dapprima i semi-rimmed e successivamente i rimless.
Il belted nasce in Inghilterra intorno al 1910 per poter impiegare la cordite in sostituzione alla polvere nera all'interno dei bossoli del 400/375 Belted Nitro Express, conosciuto anche come 375/400 Holland & Holland. La cintura serve quindi da rinforzo, in modo da sopportare l'aumento delle pressioni causato dall'utilizzo della nuova cordite e da battuta nella camera di scoppio in quanto sporgente dal resto del corpo del bossolo. Oggi il bossolo belted è utilizzato per molti calibri magnum moderni come il 338 Winchester Magnum, il 300 Winchester Magnum o il 7 Remington Magnum.
Il rebated nasce invece per camerare cartucce di calibro maggiore in armi che normalmente camerano una cartuccia di calibro inferiore, mediante la sostituzione della sola canna. Mi viene in mente la Jericho 941 che ho avuto modo di provare poco tempo fa in poligono nei due calibri 9x21 e 41AE.
Il corpo del bossolo
Esistono infine varie tipologie di forme per il corpo del bossolo, in particolare:
- Straight o Cilindrico
- Conic o Conico
- Bottleneck o A Collo di Bottiglia
Bhe, adesso...cosa aspetti corri a classificare i bossoli che hai disponibili a casa!
Progettazione di un ponte radio: i fondamentali
Scritto da Marco S. Di PietraDi seguito il link ad un breve articolo che approfondisce la tematica della progettazione di un ponte radio che utilizza le microonde.
- Cos'è un ponte radio e a cosa serve?
- I ponti radio sono tutti uguali?
- Che distanza massima possiamo raggiungere con questa apparecchiatura?
- Sono presenti ostacoli possiamo pensare di attivare un ponte radio?
Solo alcune delle domande al quale risponde l'articolo, buona lettura.